Diritto all’integrità digitale nel Cantone di Neuchâtel

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Diritto all’integrità digitale nel Cantone di Neuchâtel

Big Data, E-government, intelligenza artificiale: affinché la digitalizzazione apporti benefici a tuttǝ, sono necessarie regole e meccanismi di protezione. Neuchâtel è tra i primi Cantoni ad aver ancorato il diritto all’integrità digitale nella propria Costituzione cantonale.
Flags of all the Swiss cantons hang in front of a building on a sunny day.

La Costituzione del Cantone di Neuchâtel del 24 settembre 2000 garantisce il diritto all’integrità digitale, vale a dire il diritto alla protezione contro l’uso improprio di dati, il diritto alla sicurezza nello spazio digitale, il diritto a una vita offline e il diritto all’oblio digitale. L’obiettivo è proteggere meglio i dati personali, promuovere l’inclusione digitale e sensibilizzare la popolazione alle sfide poste dalla digitalizzazione (art. 10a Cost./NE). Queste innovazioni si applicano esclusivamente al rapporto tra Cantone e cittadinǝ, e non riguardano le aziende o le persone private.

Sebbene esistano anche garanzie internazionali che tutelano i diritti nell’era digitale, come il diritto alla protezione dei dati (art. 8 CEDU, art. 17 Patto ONU II) e la libertà di espressione e d’informazione (art. 10 CEDU, art. 19 Patto ONU II), il diritto di Neuchâtel all’integrità digitale rappresenta una chiara intenzione di tutela dei diritti fondamentali e dei diritti umani nello spazio digitale.

Storia

Il diritto all’integrità digitale è stato inserito nella Costituzione del Cantone di Neuchâtel nel 2024. In precedenza, il 12 gennaio 2023, il Partito Socialista (PS) di Neuchâtel aveva presentato un decreto per ampliare il diritto fondamentale all’integrità fisica, mentale e psichica includendovi anche l’integrità digitale. Il progetto di legge è stato approvato dal Gran Consiglio e, il 24 novembre 2024, dalla popolazione in votazione.

Effetti nella vita quotidiana

Secondo Anne Bramaud de Boucheron, deputata PS del Gran Consiglio di Neuchâtel e prima firmataria della proposta, il diritto all’integrità digitale costituisce un obiettivo sociale: «Dal punto di vista politico, tale diritto fondamentale permette di affrontare diversi temi: il diritto a una vita offline, garantendo l’accesso ai servizi analogici dell’amministrazione pubblica; la trasparenza del trattamento e della conservazione dei dati da parte dello Stato; la promozione di formazioni e formazioni continue per contrastare il divario digitale; nonché la trasparenza nelle decisioni supportate da algoritmi. Sebbene oggi le conseguenze siano ancora poco avvertite dalla popolazione, la consapevolezza politica consente di individuare ed eliminare gli ostacoli che potrebbero presentarsi in futuro alla società.»

Risonanza nazionale e intercantonale

Neuchâtel è il secondo Cantone ad aver sancito il diritto all’integrità digitale nella propria Costituzione, preceduto da Ginevra che ha fatto lo stesso già nel 2023. Nei Cantoni Giura e Vaud sono state presentate iniziative simili, mentre nel Cantone di Zurigo il Gran Consiglio ha respinto un’iniziativa in tal senso, approvando la controproposta. A livello federale, il Consiglio nazionale ha respinto, nella sessione invernale del 2023, l’iniziativa parlamentare di Samuel Bendahan (PS) volta ad inserire il diritto all’integrità digitale nell’articolo 10 capoverso 2 della Costituzione federale.

Il diritto all’integrità digitale non solo alimenta il dibattito sulla tutela dei diritti fondamentali in un mondo sempre più interconnesso e automatizzato, ma dimostra anche come le costituzioni cantonali possano fungere da laboratori per i diritti umani.

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